Paolo Esse
AMMINISTRATORE


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Inserito il - 26 feb 2012 : 18:16:34
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Quando si parla di 'nduja calabrese, si fa risalire il nome all'andouille, insaccato di trippa tipico della tradizione francese. E fin qui la storia è, o dovrebbe essere, piuttosto nota. Ma esiste un "terzo incomodo", e cioè il "salam d'la duja", salamino piemontese vagamente simile (e, talvolta, del tutto simile) ad un cacciatorino conservato sotto grasso. Nel caso del salame piemontese l'etimologia è abbastanza evidente: "duja" deriva dal latino "inducere" (introdurre) ed infatti duja in piemontese significa sostanzialmente "contenitore", con le varie sfumature determinate dalle altrettanto varie specificità territoriali: in alcune zone la duja è il "boccale", in altre è la "doga", e spesso indica l'intera botte nella quale viene conservato il vino. Molto più difficile è stabilire se la 'nduja calabrese derivi il suo nome davvero dal francese come sembra essere ormai opinione diffusa, o se non abbia più semplicemente una derivazione latina, nel senso di carne "contenuta" in qualcosa, e quindi "insaccata". Il fatto che i tre salumi: 'nduja, andouille e salam d'la duja, siano a tutti gli effetti salami con caratteristiche assolutamente diverse, suggerirebbe una autonoma origine della denominazione (seppure con comune matrice latina). Interessante è, tornando alla definizione di duja (o douja) per indicare la botte, considerare qual è la parola spagnola utilizzata per definire gli insaccati. Come è noto si chiamano "embutidos", cioè "in buttis", che sostanzialmente significa "nella botte" (ed è, grosso modo, la stessa etimologia dell'italiano "imbottito"). Trovo abbastanza affascinante, da storico sociale, che alcuni salumi dell'area mediterranea abbiano nomi riconducibili ad una radice culturale comune, seppure differenziatasi così profondamente nel corso del tempo.
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Paolo Sossai - SITE ADMIN
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